Le premier cri … secondo me


In Francia sta facendo scalpore  http://www.disney.fr/FilmsDisney/lepremiercri/ e ha avuto un grande successo di pubblico.

Si tratta di un documentario sulla nascita, da cui il titolo il primo grido. Il regista ha fatto il giro del mondo ed ha filmato 10 parti di 10 donne in 10 diversi posti del mondo. Si va dal parto supertecnologico in ospedale a quello nella capanna di fango. Il sottotitolo recita:”La storia di tutti”.

Nel senso che tutti siamo nati e che quindi dobbiamo morire, le due uniche esperienze che condividiamo con tutto il genere umano, ovunque esso sia.

Ripensavo al mio parto, e devo dire che non ne parlo volentieri semplicemente perchè non credo di aver parole per riuscire a descrivere le sensazioni, le emozioni che ho provato. E non sono sicura che delle immagini possano riuscire a far passare attraverso un video, questa complessità. Temo che forse passerà solamente il momento doloroso.le_premier_cri_800_600.jpg
Forse è anche per questo che non ne parlo molto, una sorta di pudore, e poi perchè tutti indistintamente chiedono se è stato doloroso, quanto tempo sono durate le doglie, nessuno chiede mai cos’hai provato in quel momento, com’è stato riuscire a far parte della creazione, hai avuto paura di morire.
Io ho sentito dolore, certo, ma il senso di assoluto che ho provato in quel momento è stata l’esperienza più importante che abbia mai fatto.
E fisicamente lo sentivo, sentivo che stava succedendo qualcosa di straordinario, e stranamente il mio corpo sapeva già cosa fare, come mettersi. Ho partorito in ospedale con mamma e Gianni vicino ma se fossi stata da sola, sarebbe stata la stessa cosa. Io da sola e null’altro.
Certo erano lì ad aiutare me ed il bambino ma ho l’intima certezza che se doveva andare qualcosa storto, andava.
Quando penso a questo mi viene una paura viscerale, istintiva, anche nel film si ripete, in uno dei parti il bambino nasce podalico e morto.
Di tanto in tanto, penso di esser stata fortunata a non aver dovuto fare il cesareo, praticamente tutte le mie amiche e mia sorella ci sono passate.
In altri momenti penso di essere fortunata ad essere una donna solamente per aver partorito.

Non so se guarderò il film.


  1. leucosia

    nemmeno io andrò a vederlo…

  2. Concordo con te Clio, é probabile che, a tutti quelli che non hanno mai assistito ad una nascita o che non sono ancora madri/padri il messaggio che potrá passare sará innanzitutto quello del dolore.
    Il momento della nascita é una gioia che non si può descrivere appieno, l’attimo in cui sentiamo il primo pianto dei nostri figli é come un’ esplosione.
    Vorrei, peró, anche dire una cosa: il parto, la nascita é dolore. Dolore per la madre, che sopporta il cammino della nascita dalle doglie al parto, dolore per il nascituro, spinto al mondo dalle contrazioni, un mondo nuovo e sconosciuto, con la luce, col freddo, con tante mani a manipolarlo, a prenderlo, a pulirlo. E soprattutto ormai fuori dal ventre materno.
    Tutto questo dolore peró é rapidamente dimenticato. I figli lo dimenticano appena attaccati al seno della madre, le madri lo dimenticano appena vedono il viso dei figli.
    La nascita di mio figlio é stata la cosa più poderosa che ho mai vissuto, niente, ripeto, niente si compara a questo evento. Un parto rapido e doloroso, ma appena ho visto David, immediatamente fuori dal mio ventre, ho dimenticato tutto, vedevo solo il suo volto e sentivo una gioia e una pace immensa.
    Io credo che questa gioia la sento tutte le volte che lo guardo in viso.

  3. Ciao Clio, passo per un saluto e mi trovo questo “pesante” argomento. Strano ciò che dici. Forse perchè non sei come le altre donne che parlano solo del miracolo, dimenticandosi di dire cos’ha provato la “donna”. Forse sei molto più profonda e sensibile di altre.Forse tu sei riuscita a comprendere appieno il significato di quell’evento. Ciò che è significato per te, in quanto donna, prima ancora che madre.
    Non è che non lo si chiede, o meglio occorrerebbe fare un distinguo: Chi ha già avuto la gioia di un figlio, sa quel che si prova, chi come me non l’ha ancora avuta quella gioia, non sa nemmeno immaginare la domanda da fare…Non sa quanto possa essere profondo il coinvolgimento, quanto possa essere distante e presente una donna, nel momento del parto.
    Posso solo augurarmi di passare attraverso quel dolore e nel contempo quella gioia che raggiungono livelli tali da togliere il fiato. E’ un augurio che mi faccio, sussurrato, quasi come fosse una preghiera.

    Un caloroso saluto.
    Esserina.

  4. sinceramente, vedere un film di questo tipo non mi ispira…anche io come tante, son dovuta passare per il cesareo, ma le 12 ore di travaglio che ho fatto, sinceramente, non mi ricordo cos’e’ il dolore, perche’ per tutte le ore, da sola in camera, aspettavo con gioia che mio figlio uscisse, l’ho desiderata con tutta me stessa e sinceramente la gioia non si puo’ descrivere, tantomeno fare un film

  5. Ciao Clio.
    io ho avuto 23 ore di travaglio, parto andato bene senza complicazioni (a parte il fatto di essere svenuta un paio d’ore dopo, quando mi hanno mandata in bagno per vedere se riuscivo a fare pipí!). Questo a livello tecnico. A livello emotivo non ho avuto paura, tutti me lo chiedevano man mano che si avvicinava la data prevista. No, non ho avuto un attimo di panico o paura. Volevo godermi ogni momento nel modo piú tranquillo possibile e cosí é stato. Certo che fa male partorire, io ho fatto l’epidurale perché ad un certo punto non ne potevo piú dal dolore. Ma cosí ho potuto rilassarmi e aspettare il momento delle spinte finali. Vedere mia figlia nascere é stata un’emozione assolutamente indescrivibile, non ci sono proprio parole che possano rendere l’idea di come mi sono sentita.
    E sai, quando ero incinta, un mese prima del parto, l’ostetrica aveva organizzato la visione di un documentario (svedese mi pare) sulla nascita, con la ripresa di 4 storie di donne. Bellissimo davvero, a me é piaciuto. Certo, erano tutti parti andati a buon fine. Mi avevano pure fatto visitare il reparto dell’ospedale dove avrei partorito, con visita guidata anche della sala parto. Quindi giá ero tranquilla di mio, tutto questo ha solo contribuito a farmi sentire ancora piú a mio agio.
    Insomma, ho partorita in Danimarca, dove vivo e forse qualcuno si aspettava da me un pó di paura anche per il fatto di non essere nel mio paese di origine. Ma per me é stata davvero un’esperienza unica, stupenda, felice, incredibile.

  6. Bell’argomento. Concordo con te sul senso di assoluto e sulla difficoltà nel descrivere a parole le sensazioni provate in quel momento. Ricordo bene il senso di concentrazione, di attenzione e, poi, la sensazione di aver creato, gonfia di orgoglio come un bigné, e il pensiero immenso di aver cambiato la mia vita per sempre. Il dolore c’è stato, ma non fa parte dei ricordi. Quel dolore lì, come mi avevano ripetuto prima tante mamme e tante nonne, si dimentica. Ed è vero. Resta solo l’unicità del momento, irripetibile.
    In quanto al film, non so, forse sarà bello come documentario. L’esperienza diretta però è un’altra cosa.
    un bacio
    Gallina

  7. che bel post! Mi ha commosso….
    Però sperimenterò più avanti 🙂

  8. MI piacerbbe un giorno vedere come sei con il piccolo il braccio. Chissà come sei! Intanto ti invito da me per il quesito del giorno…

  9. Probabilmente è vero: non tutte le donne posso capire completamente il significato di una cosa così grande…ecco perchè le domande puntano a conoscere altri dettagli. Ciò che scrivi è bellissimo perchè, pur preservando i tuoi ricordi e le tue emozioni, si capisce che hai vissuto il tuo parto in modo molto profondo, intenso e…anche io mi sono commossaaaa!!! 🙂




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